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Wednesday, January 20, 2010

Italian CARC takes on racism and anti-immigration part 1

Excerpts, in Italian from:
Partito dei Comitati d’Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC) - Italia


1. La lotta contro il razzismo e il fascismo in Italia

L’attacco criminale contro i lavoratori migranti a Rosarno, nella regione italiana della Calabria, è diventato noto in tutta Europa.
Dimostra quello che il nostro Partito dice da mesi, che l’Italia è una prima linea della guerra fascista e razzista che la borghesia europea conduce contro i migranti. Lo Stato italiano fa annegare la gente nel Mediterraneo, ha affondato le loro barche, sta organizzando e sostenendo economicamente e politicamente in molte città italiane gruppi fascisti e razzisti che hanno rappresentanti nelle istituzioni borghesi e che attaccano migranti, gay, operai, giovani di sinistra e sedi comuniste, agisce insieme alle organizzazioni criminali come fa a Rosarno, quelle organizzazioni criminali che hanno ucciso sei africani a Castel Volturno in Campania nel settembre 2009, da banditi vestiti con uniformi da carabinieri.
Così come l’Italia è una prima linea di questa guerra della borghesia, pure è una prima linea della resistenza da parte delle masse popolari e dei comunisti.
A gennaio 2009, a Roma, decine di migliaia di migranti hanno marciato in una manifestazione di più d centomila persone a sostegno dei palestinesi di Gaza attaccati dai sionisti, una delle molte manifestazioni che le forze di sinistra, antimperialiste, antifasciste a e antirazziste e le stesse masse popolari sono state in grado di organizzare negli ultimi anni indipendentemente dalle forze revisioniste.
A luglio 2009, una ronda antifascista e antirazzista è partita dalla Festa nazionale dell’Associazione Solidarietà Proletaria per dimostrare contro la ronda fascista e razzista di Massa (Toscana), e contro il “pacchetto sicurezza” fascista e razzista, le leggi promulgate dalla banda Berlusconi contro i migranti. I compagni sono stati attaccati dalla polizia e dai fascisti, tre di essi sono stati arrestati, tra i quali Alessandro della Malva, segretario del Partito dei CARC della Federazione Toscana del Partito dei CARC, membro della Direzione Nazionale del Partito dei CARC. Gli arrestati sono stati liberato dopo una dura lotta della gente che li ha sostenuti, dimostrando davanti alle stazioni di polizia, bloccando le stazioni ferroviarie a Massa e a Napoli. Il ministro Maroni, membro della razzista Lega Nord, è stato obbligato a modificare le misure razziste mirate a organizzare ronde anti-migranti.
L’11 ottobre 2009 a Pistoia (in Toscana), 20 persone che erano riunite per organizzare attività antifasciste e antirazziste in Toscana sono state sequestrate dalla polizia e tenute in questura per tutta la notte, con la falsa accusa di avere partecipato a un raid antifascista in una sede fascista lì vicino. Tre di esse sono state arrestate, e una di loro, Alessandro della Malva, portato in carcere dove sta ancora oggi, con nemmeno il diritto di comunicare con la gente fuori e soprattutto con il suo Partito, in regime di carcere duro. Molte dimostrazioni e iniziative di solidarietà si sono tenute, che hanno coinvolto parenti, amici, compagni, e che ci hanno ricordato le immagini della solidarietà per i prigionieri politici che abbiamo visto, per esempio, in Turchia.
Il 16 ottobre si è tenuta a Roma un’altra grande manifestazione contro il razzismo e il fascismo, con decine di migliaia di persone, anche questa aut organizzata dalle forze di sinistra, antimperialiste, antifasciste e antirazziste.
Noi chiediamo al movimento antirazzista, antifascista e comunista internazionale di prestare attenzione a quello che la borghesia imperialista sta sperimentando in Italia, cioè come promuovere la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Noi chiediamo anche al movimento di sostenere con forza la resistenza che le masse popolari, e le forze antifasciste, antirazziste e comuniste stanno conducendo contro queste che chiamiamo “prove di fascismo” da aprte della borghesia.

I compagni di ATIK (Confederazione dei Lavoratori Turchi in Europa) hanno fatto una dichiarazione sui fatti di Rosarno.
Si tratta di una dichiarazione importante. Risponde all’appello che facemmo quest’estate, chiedendo al movimento antirazzista, antifascista e comunista principalmente europeo, di occuparsi di quanto stava accadendo in Italia, sia della guerra della borghesia contro i migranti, sia della lotta contro questa guerra, che è essa stessa un genere di guerra, parte di una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata applicata in accordo alle leggi che si devono applicare nei paesi imperialisti.
Abbiamo alcuni rilievi da fare riguardo alla dichiarazione. Riproduciamo sotto il documento e indichiamo i rilievi. I nostri commenti sono in corsivo.


2. La dichiarazione di ATIK

L’aggressione isterica contro i migranti in Italia – Rosarno è “moderno razzismo schiavistico”

L’aggressione contro i migranti di Rosarno non è “isterica”. È un’operazione pianificata dalle organizzazioni criminali locali connesse alle forze di repressione statali, parte di una strategia nazionale portata avanti dall’estrema destra della borghesia imperialista, di cui la banda Berlusconi è rappresentante. La tattica di fare agire prima le organizzazioni fasciste illegali (bande criminali e fasciste) e quindi quelle legali (i carabinieri, la polizia) come retroguardia, è la vecchia tattica sperimentata per la prima volta dal fascismo italiano negli anni Venti del secolo scorso.
I fatti di Rosarno non sono “moderno razzismo schiavistico”. I migranti non sono schiavi. Sono parte importante e integrale della classe operaia italiana. Alcuni di loro sono operai della fabbriche italiane del Nord licenziati a causa della crisi. Tutti loro sono operai del settore agricolo nel Sud Italia.
Gli operai possono essere trattati peggio degli schiavi, ma non sono proprietà di nessuno, sono uomini e donne liberi anche se questo significa che sono liberi di morire perché non hanno mezzi di sussistenza. Gli operai sono una forma di lavoratori superiore agli schiavi, e non è questione di termini, ma di quale azione politica noi prevediamo di condurre con loro e per loro.


Nell’Italia del Sud, nella regione della Calabria, a Rosarno, ci sono stati nuovi attacchi contro migranti semilegali o illegali portati nella regione per il lavoro agricolo stagionale.
La fonte prima dei conflitti nel paese sono state le violente misure contro la legittima azione di massa dei lavoratori migranti dalla polizia di Rosarno e dalle squadre di carabinieri, dopo che i circoli razzisti, fascisti e mafiosi del luogo avevano ferito due migranti a colpi d’arma da fuoco. I migranti si muovono per protestare contro i trattamenti disumani, le umiliazioni le discriminazioni e le aggressioni razziste degli utlimi mesi a Rosarno. Con la loro legittima rivolta, essi hanno mostrato un nuovo esempio della tradizione di coraggio civile.
Si dice che centinaia di migranti sono stati feriti durante gli attacchi congiunti dei mafia e polizia. I media delle classi dominanti riportano verità distorte e così istigano il razzismo. I migranti hanno denunciato in passato di avere dovuto pagare il pizzo alla tristemente famosa organizzazione mafiosa della ‘ Ndrangheta’, motivo per cui venivano sfruttati due volte. Dopo questi fatto centinaia di migranti sono stati oggetto di deportazione improvvisa e forzata senza acluna legalità che la giustificasse, sono stai portati in case a Bari e a Brindisi che non hanno nemmeno infrastrutture igieniche. Migliaia di migranti e rifugiati le cui vite sono a rischio vogliono lasciar e la regione con i loro mezzi.
Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni sostiene questi attacchi isterici e aggressive condotti insieme da gruppi mafiosi e polizieschi, dicendo che “gli incidenti a Rosarno hanno mostrato la necessità di metodi più duri nella lotta contro l’immigrazione illegale e la criminalità dei migranti”.
Contro tutto questo, l’opinione pubblica progressista e democratica italiana e l’opposizione di sinistra hanno espresso un’analisi politica giusta affermando che “il problema essenziale non sta nei migranti (legali o illegali), ma nella lotta di potere sfruttatrice, mafiosa e razzista.”
Decine di migliaia di lavoratori sono condotti a lavorare come schiavi in Calabria, a Rosarno, nei frutteti, e lavorano in condizioni cattive, insalubri e precarie. Anche la commissione dei rifugiati dell’ONU, l’ UNCHR e i sindacati italiani stanno criticando queste condizioni disumane da molti anni.
Fin dai tempi di Mussolini, la Calabria è una provincia nota per il fatto che la gente che ha idee fasciste e razziste e la mafia sono molto forti. E agli effetti economicamente è una regione agricola e dedita al turismo interno. La ricerca di massimi profitti e il prevalere nella concorrenza tramite lo sfruttamento di lavoro migrante a basso prezzo, non qualificato e precario sono gli obiettivi comuni del piccolo commercio, dei grandi agricoltori e dei capitalisti.
e-mail: resistenza@carc.it – website: www.carc.it

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