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Thursday, July 05, 2012

Italian- from Proletari Comunisti



From Workers Communist-PCm Italy;


Come considerazione generale vale quella da noi sostenuta da sempre: nella
crisi la borghesia scarica sui proletari e le masse popolari gli effetti di
essa per salvaguardare sistema e profitti e i proletari sono vittime
sacrificali sull'altare della salvaguardia e ripresa dei profitti. Ogni
passo che va in questa direzione indebolisce i proletari e rafforza la
borghesia. I proletari non hanno alcun interesse all'uscita della crisi da
parte della borghesia, bensì al suo approfondimento perchè l'unica uscita
dalla crisi che sia a vantaggio dei proletari è quella che comporta il
rovesciamento della borghesia e l'uscita dal capitalismo.

Il Vertice conferma in pieno questa visione. I governi italiano e spagnolo
hanno potuto contare sulla forza che gli è venuta dall'essere riusciti a
realizzare all'interno quelle cosiddette "riforme" che attaccano a fondo i
proletari e le masse popolari.

In Spagna l'unica controtendenza che è emersa nella realtà attuale è la
grande lotta dei minatoti delle Asturie, che fronteggiano con una forte
resistenza Stato, padroni e governo in un quadro di scontro sociale dal
quale sono spariti gli "indignados" e le cosiddette forze di opposizione di
sinistra - non va considerata parte di queste, il partito socialista dell'ex
Zapatero che ha passato facilmente la mano al nuovo governo perchè ne
condivide la politica e gli interessi dei fondo.

In Italia la situazione è ancora peggio che in Spagna. Monti è risultato il
vincitore morale e pratico di questo Vertice e il suo peso è dovuto
dall'essere riuscito a far passare manovre economiche antioperaie e
antipopolari, la strategica riforma delle pensioni e la ancora più
strategica riforma del lavoro e attacco all'art. 18. Monti diventa un
gigante in Europa grazie al blocco sociale che lo sostiene di padroni,
partiti parlamentari e sindacati confederali e grazie alla mancanza di
resistenza e rivolta sociale da parte degli operai e delle masse popolari.
La vittoria di Monti e dell'Italia al Vertice è la certificazione attuale
della sconfitta dell'Italia proletaria che paga, essa sì, con lacrime e
sangue il costo della crisi, opponendo ad essa una troppo debole resistenza.

Il passaggio di governo da Berlusconi a Monti è stato salutare per la
borghesia e ha ricollocato l'attuale governo dei padroni al Tavolo dei
grandi d'Europa con ruolo attivo, mentre è stato tutto il contrario per i
proletari e le masse popolari. Al decadimento umano, politico e morale di
Berlusconi e del suo governo che hanno manifestato il massimo momento di
debolezza per la borghesia nel suo insieme, ha fatto posto un governo forte
con le mani libere che ha tradotto in pratica finora il moderno fascismo
come dittatura dei tecnici e ha fatto passare senza colpo ferire un'azione
del governo che colpisce al cuore la condizione operaia e proletaria, le
conquiste realizzate negli anni, e di cui l'art. 18 ne è giustamente un
simbolo.

Ogni rafforzamento del governo nella crisi cammina solo sull'indebolimento
del proletariato e nella sua mancanza di resistenza sociale e politica.

Il Vertice di Bruxelles incoraggia le borghesie europee ad andare avanti per
le loro strade, comunque si chiamino i loro governi e comunque sia la
maggioranza che li sostiene. Sono tutti sostanzialmente governi di unità
nazionale cioè 'comitati d'affari' e apparati repressivi di Stato.

Il governo Monti incoraggiato dal Vertice prepara per i prossimi giorni una
nuova devastante manovra che dietro la formula inglese dello "spending
revew" cela i feroci tagli alla greca anche se noi non siamo nelle
condizioni della Grecia.

Il nuovo attacco alla sanità, al Pubblico Impiego non sono attacchi
settoriali ma un ulteriore anello della trasformazione reazionaria dello
Stato e del rapporto Stato-spesa sociale, condizione di vita dei proletari e
delle masse.

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